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Tra le mura di Villa Gina scorre un trentennio di storia d'Italia, dal dopoguerra fino al delitto Moro, vissuto attraverso gli occhi dell'autrice, dapprima bambina poi adolescente e giovane inquieta. In un Paese ancora immerso nella civiltà contadina irrompe la modernità, i primi miti del consumismo, fino alle speranze del Sessantotto cui la protagonista, universitaria a Firenze, partecipa. Le contraddizioni della famiglia, i rapporti con l'altro sesso e gli amici, le ingenuità e le speranze segnano il cammino di una ragazza che tenta di superare i limiti e le rigidità ideologiche di quegli anni, conservandone però l'energia e l'impegno civile.